Mentre le aziende chiudono e le televisioni martellano incessantemente, vogliamo prendere le distanze da chi fa il gioco stupido degli estremismi e rompere un tabù: citare ancora una volta i dati dell’Istituto Superiore di Sanità. Citare i dati dei morti per Covid secondo il massimo organo sanitario nazionale è un tabù assoluto, orrido, impronunciabile, da farsi linciare, come si mancasse di rispetto ai morti urlati ogni giorno in televisione. Solo per un motivo: il numero.
com’è possibile che ogni giorno parlino di migliaia e migliaia e tu mi parli di questi numeri qui?

Ogni mese dall’inizio della crisi, l’Istituto Superiore di Sanità pubblica il bollettino dei morti dall’inizio della crisi stessa. Pronunciando questi numeri si viene tacciati immediatamente di ignoranza caprina e negazionismo.
Un paese bloccato, segregato, famiglie sul lastrico per numeri così? Impossibile. Eppure i dati sono questi, li legge anche un bambino
Il tabù è questo: l’Istituto Superiore di Sanità comunica che dall’inizio della crisi Covid fino al 18 novembre 2020, i morti esclusivamente per Covid sono stati 177 e, assieme ad altre patologie, 45.557.
Eppure quello che passa è questo: un “positivo” è un malato, un decesso è un decesso per Covid. Anche se il massimo organo sanitario nazionale dice ben altro.
